Tecnologia per tutti: l’accessibilità e l’inclusione passano dalla tecnologia

Tecnologia per tutti: l’accessibilità e l’inclusione passano dalla tecnologia

Abstract

L’accessibilità e l’inclusione oggi più che mai sono legate alla tecnologia. Le tecnologie abilitanti come i lettori di schermo o i software di riconoscimento, o ancora Virtual Reality e Augmented Reality, integrate alle compente organizzative, che sensibilizzano e creano consapevolezza sui temi della disabilità, sono il paradigma necessario per raggiungere un cambiamento culturale. Attraverso questa integrazione la nostra società e le nostre aziende si dirigono verso eque opportunità per tutti.

Partendo dalle definizioni, nel campo dell’informatica per accessibilità si intende la capacità dei sistemi informatici di erogare servizi e fornire informazioni fruibili, senza discriminazioni, anche per coloro che a causa di disabilità necessitano di tecnologie assistive o configurazioni particolari. Invece per tecnologie abilitanti, secondo la definizione data dalla Commissione Europea, si intendono tecnologie ad alta intensità di conoscenza e che sono associate ad elevata quota di Ricerca & Sviluppo, a cicli di innovazione rapidi, a consistenti spese di investimento e a posti di lavoro altamente qualificati e che sviluppano soluzioni o miglioramenti tecnologici.

Occorre, quindi, sentirci tutti coinvolti nell’inarrestabile percorso dell’accessibilità e inclusione tecnologica, nel quale le tecnologie abilitanti sono strumenti e soluzioni che possono rimuovere le barriere, consentendo la partecipazione piena ed equa di tutti gli individui, indipendentemente dalle loro capacità o differenze. Non a caso, infatti, che il PNRR abbia dedicato ingenti fondi da investire in questa direzione, così come non è causale che giganti come Microsoft abbiano lanciato diversi progetti e prodotti con l’obiettivo di soddisfare proprio necessità di accessibilità e abilitazione tecnologica.

L'implementazione efficace di tecnologie abilitanti può migliorare significativamente la qualità della vita delle persone con disabilità, offrendo loro maggiori opportunità di partecipazione nella società, istruzione, lavoro e vita sociale. Pensiamo, solo a titolo di esempio, alle tecnologie assistive: dispositivi software e hardware che aiutano le persone con disabilità a svolgere compiti quotidiani, come i lettori di schermo per persone non vedenti o i software di riconoscimento vocale per persone con difficoltà motorie. Le ultime tecnologie come VR, AR e similari danno una spinta ulteriore in questa direzione perché ricreando ambienti immersivi abbatteranno qualsiasi tipo di barriere fisica permettendo a chiunque di trovarsi ovunque e di interagire con chiunque. A questo riguardo merita una menzione la ricerca “Il valore delle interazioni sociali multisensoriali in tempo reale nel metaverso della realtà virtuale” portata avanti dai laboratori di ricerca e sviluppo della Fondazione Olitec del quale Unikey è Partner. Questa ricerca indaga il potenziale di valore degli RMSI (interazioni sociali multisensoriali in tempo reale) nel metaverso della realtà virtuale in termini di migliori prestazioni rispetto agli ambienti bidimensionali.

La partnership con la Fondazione Olitec e i suoi laboratori di Ricerca & Sviluppo sta portando Unikey a stringere sempre più relazioni con soggetti attivi in questi ambiti. Proprio in questi giorni, abbiamo avuto modo di parlare con Andrea Saltarello (founder di Improove, docente della School of Management del Politecnico di Milano e cofounder dell’Accessibility Days APS) che grazie al suo impegno su questi temi ha collaborato con Microsoft per l’Hackaton AI for Inclusion che si è appena concluso (il giorno 30 maggio 2024) con la premiazione di 5 progetti straordinari. L’iniziativa promossa in collaborazione con istituzioni, aziende, associazioni e partner, chiamava sviluppatori ed aziende a sottoporre le proprie idee che, facendo leva sul potere dell’AI, potessero offrire soluzioni per migliorare l’integrazione sia nella vita sociale che lavorativa, concentrandosi su 5 categorie specifiche: udito, vista, mobilità, disabilità e neurodivergenze indivisibili e disabilità trasversali.

Ma tutto questo non basta. Per raggiungere un vero paradigma dell'inclusività, che va oltre il semplice adattamento agli individui con disabilità, è necessario integrare queste tecnologie abilitanti con competenze organizzative. E’ necessario un approccio proattivo e strategico che mira a creare un ambiente in cui tutti gli individui si sentono accolti, valorizzati e in grado di contribuire al successo dell'organizzazione. Questo per le aziende significa lavorare su diversi temi della sensibilizzazione e consapevolezza per meglio comprendere i concetti di diversità, inclusione e disabilità e riconoscerne l'importanza; sulla comunicazione efficace ed accessibile a tutti i dipendenti; nella flessibilità e adattabilità per soddisfare le esigenze individuali, per la collaborazione e lavoro di squadra per promuovere un ambiente in cui tutti i dipendenti si sentono valorizzati e possono contribuire al loro pieno potenziale. Infine, i leader di un'organizzazione devono essere modelli di inclusività, dimostrando un impegno concreto per la diversità e l'equità e creando una cultura di appartenenza per tutti i dipendenti.

Le tecnologie abilitanti e le competenze organizzative forniscono gli strumenti, ma per raggiungere l’obiettivo dell’accessibilità e inclusività è necessario un cambiamento culturale all'interno delle organizzazioni, promuovendo una maggiore consapevolezza delle diversità e un impegno per la creazione di opportunità eque per tutti.

A cura di Rossana Multari, Unikey