Realtà (anche virtuale) e collaboration tra presenza e distanza

Nuovi modelli di lavoro, di business e il ruolo del manager

Abstract:
La diffusione dello smart working soprattutto nelle organizzazioni di ambito ICT ha portato ad un profondo cambiamento nel modo di intendere l'azienda e il lavoro, rendendo sempre più importante il concetto di work-life balance, specialmente per le nuove generazioni di lavoratori. Quale spazio trovano in questo scenario temi come la loyalty verso l'azienda, la "collaboration" e l'ibridazione delle competenze tra colleghi spesso fisicamente distanti?
Questo profondo cambiamento nel modo di lavorare, derivante dall’applicazione dell’innovazione digitale, consente di ripensare i modelli di business tradizionali, mettendo al centro le interazioni tra collaboratori sfruttando la rete per creare valore. Al manager spetta il compito di integrare, modificare e sviluppare un nuovo modello di business.
Quali sono le possibili evoluzioni legate all'avanzamento di tecnologie come l'AI e realtà sempre più virtuali legate alla vita lavorativa?

Siamo in un’epoca di grande trasformazione dove la tecnologia e l’innovazione, compresa l’Intelligenza Artificiale consentono crescite esponenziali ma anche crolli per chi non sa cogliere le opportunità; l’analisi dei dati e IA, è l’abilitatore dell’innovazione dei modelli di business.

Al manager è affidato pertanto un compito importantissimo: comprendere e sviluppare un nuovo modello di business per come gestire l’innovazione in un ambiente di lavoro caratterizzato dalla diffusione dello smart working.

Un modello di business è una rappresentazione strutturata e dettagliata di come un’azienda pensa e pianifica la generazione di fatturato e la realizzazione di profitti ma definisce anche come essa intenda competere nel mercato, identificare le opportunità e le sfide e prendere decisioni informate in merito.

Insomma, è evidente che un modello di business è fondamentale per la pianificazione e la gestione di un’azienda.

Il primo passo per i decisori aziendali è però avere consapevolezza dei modelli di organizzazione del lavoro, così da costruire il proprio modello e la propria policy considerato l’aumento dello smart working o meglio hibrid work.

Il lavoro da remoto ha consentito a lavoratori e organizzazioni di sperimentare un nuovo modo di lavorare, ha aumentato la percezione di inadeguatezza di certi ambienti di lavoro, cambiato abitudini, pratiche e dinamiche di lavoro inefficaci.

Nei prossimi anni non ci sarà una semplice mediazione nel numero di giorni in ufficio o da remoto, bensì un cambiamento radicale, che rimetterà in discussione il lavoro nella sua stessa natura e porterà innovazione in ogni suo aspetto: processi, network, spazi, tecnologie, policy, pratiche, comportamenti, dinamiche di socializzazione, modelli di leadership e cultura aziendale.

Proprio per questo risulta complesso inquadrare e distinguere i modelli di Hybrid Work che stanno emergendo. Rispetto a ciascuna delle dimensioni appena citate, ogni organizzazione si trova oggi infatti nella posizione di sviluppare una propria modalità di lavoro, che non solo deve andare incontro alle esigenze organizzative e alla strategia di business, ma che deve soprattutto rappresentare la vision, il brand e i valori dell’azienda.

Tuttavia, la configurazione degli spazi aziendali rappresenta verosimilmente la traccia più visibile nel percorso di transizione che un’organizzazione intraprende verso la propria New Way of Working.

Il nuovo lavoro tra presenza e full remote

Nel grande processo di cambiamento dei modelli di organizzazione del lavoro e degli spazi di lavoro che coinvolge oggi le organizzazioni, possiamo identificare 5 modelli di workplace, che ci permettono di capire quali possono essere gli step intermedi tra un lavoro 100% in presenza e un lavoro 100% da remoto. Vediamo quali sono: Mainly Physical, Activity Based, Club House, Hub & Spoke e Fully Virtual.

Il modello di lavoro Mainly Physical in sede

Il modello Mainly Physycal riflette sostanzialmente il lavoro per come eravamo abituati a conoscerlo: le persone lavorano prevalentemente in sede, il lavoro da remoto è utilizzato raramente e perlopiù come strumento di conciliazione e work-life balance.

In questo scenario, la sede di lavoro prevede spazi adeguatamente ampi per accogliere la maggioranza della popolazione organizzativa, con numerose postazioni individuali (perlopiù fisse e assegnate), ma anche spazi che rispondano a diverse esigenze lavorative (riunioni, incontri con esterni, ecc…).

Questo scenario rappresenta certamente una comfort-zone a cui molte imprese stanno cercando di tornare, nell’ottica soprattutto di recuperare il senso di appartenenza nelle persone e rivitalizzare i contesti di aggregazione e socializzazione. Tuttavia, va rilevato il forte rischio di perdita di attrattività nel mercato del lavoro e di aumento del turnover, a fronte della richiesta delle persone di non perdere la flessibilità acquisita nell’ultimo periodo.

Il modello Activity Based: si lavora in parte in sede e in parte da remoto

Un workplace Activity Based punta ad implementare i principi base dello Smart Working: i collaboratori lavorano in parte in sede e in parte da remoto, in funzione del tipo di attività da svolgere. Qui la sede di lavoro acquista perciò un ruolo sociale e di collaborazione, per favorire gli scambi, formali e informali, tra i colleghi. Rispetto al modello Mainly Physical, ci sono meno spazi per il lavoro individuale in rapporto agli spazi per lavorare in team e quelli per favorire la socializzazione.

Gli aspetti positivi che questa configurazione introduce sono sicuramente l’ottimizzazione degli spazi, lo stimolo alla collaborazione, il mantenimento dell’ufficio come centro di innovazione e interazione creativa, e il miglioramento del senso di identità e di ingaggio nelle persone. È però opportuno trovare nuovi equilibri di lavoro, sia all’interno del team che verso gli altri team, e investire in tecnologie che mantengano la collaborazione ibrida realmente efficace ed efficiente.

Il modello Club House: lavoro prevalentemente da remoto

Il modello Club House rappresenta la sede aziendale come il luogo di Identità, che pertanto comunica mission e valori aziendali. Pertanto, gli uffici individuali si riducono e il lavoro si svolge per lo più da remoto, mentre aumentano spazi per incontri con esterni, per favorire le attività di formazione e on-boarding dei nuovi arrivati, per tenere conferenze e convention.

Rispetto all’Activity Based, il modello Club House mantiene in sostanza gli stessi punti positivi, ma richiede all’organizzazione un livello di maturità maggiore: è necessario, infatti in questo caso progettare adeguatamente i momenti di collaborazione più importanti che devono essere mantenuti in presenza, rimanendo la sede centrale adibita perlopiù a momenti di rappresentanza.

Il modello Hub & Spoke: la dislocazione del lavoro tra sedi e casa

Le persone infatti possono lavorare anche da uffici satellite o spazi di coworking dislocati sul territorio. Alla sede centrale (Hub) rimane il ruolo perlopiù identitario e di socializzazione per i team, mentre nelle sedi dislocate (Spokes) i collaboratori hanno la possibilità di lavorare nei luoghi a loro più comodi, con l’opportunità di aprire il proprio network anche a persone esterne al team di lavoro.

Con la dislocazione del luogo di lavoro, il modello Hub & Spoke introduce grossi benefici: riduce le inefficienze legate al pendolarismo, offrendo più flessibilità alle persone; promuove interazioni in presenza tra colleghi anche di team diversi; e impatta positivamente sul territorio, stimolando il networking. Occorre però osservare che questa configurazione può portare ad una suddivisione naturale della popolazione aziendale per posizione geografica, anziché per appartenenza di team o divisione.

Il modello Fully Virtual, lavoro completamente da remoto

Infine, arriviamo alla configurazione Fullly Virtual, in cui i collaboratori lavorano per lo più da remoto. L’ufficio rimane come luogo di rappresentanza e risponde all’esigenza di avere uno spazio per incontri fisici tra colleghi e clienti, ma i momenti di aggregazione sociale possono prevedere anche esperienze in sedi outdoor esterne alla sede.

I casi di aziende che implementano questa soluzione certamente non mancano, mostrando una cultura organizzativa basata su empowerment e responsabilizzazione verso gli obiettivi. Occorre però osservare che la modalità Fully Virtual ha determinato un calo dell’engagement dei lavoratori a livello globale: è pertanto necessario, adottando questa modalità, investire accuratamente in iniziative di socializzazione mirate ed attività che promuovano il senso di appartenenza.

La definizione del modello di lavoro è pertanto fondamentale per poi definire il modello di business aziendale.

Negli ultimi decenni, grandi imprese che controllano il mercato, che hanno rivoluzionato il nostro modo di vivere e la nostra cultura (da Facebook ad Amazon, da Microsoft a Google) lo hanno fatto portando in campo nuovi modelli di business diversi.

In questo, il digitale e la tecnologia hanno avuto un peso determinante, pur non essendo gli unici attori. Quando il modello di business cambia in modo originale e profondo le regole con cui si crea e distribuisce valore ai clienti, si ha un’innovazione dirompente.

Negli ultimi decenni si può dire ci sia stata una vera e propria rivoluzione nel modo di vedere il business. Cambiamenti legati all’introduzione di internet e a nuove esigenze sociali e culturali, hanno portato ad un’esplosione di creatività nel modo di concepire i servizi/prodotti. Alcune aziende storiche che avevano dominato negli anni precedenti sono sparite o si sono profondamente ridimensionate (Blockbuster. Kodak, ecc.) a favore di altre che hanno saputo sfruttare il cambiamento e questo è avvenuto grazie alla scelta di un modello di business vincente che sa adattarsi al mutare dei tempi e dei bisogni.

Di seguito, alcuni degli esempi più famosi:

  • Apple e l’App Store: Apple con l’introduzione dell’App Store nel 2008, ha stravolto l’industria del “mobile “. Ha permesso agli sviluppatori di realizzare applicazioni per dispositivi iOS e di distribuirle direttamente agli utenti.
  • Amazon e il marketplace online: Amazon ha introdotto un modello di business basato su un marketplace online, consentendo a venditori di terze parti di elencare i loro prodotti sul suo sito web. Questo ha reso Amazon una delle più grandi piattaforme di e-commerce al mondo e ha cambiato il modo in cui le persone acquistano prodotti online.
  • Uber: Uber ha creato un modello di business basato sulla condivisione dei viaggi che ha ridimensionato l’industria dei taxi tradizionali. Ha reso più accessibili e convenienti i trasporti urbani attraverso un’app mobile, consentendo ai conducenti privati di offrire servizi di trasporto ai passeggeri.
  • Airbnb: Airbnb ha introdotto un modello di business che permette alle persone di condividere le proprie case o stanze con ospiti temporanei. Questo ha trasformato il settore dell’ospitalità, offrendo agli utenti un’alternativa economica e unica rispetto agli hotel tradizionali.
  • Spotify: Spotify ha rivoluzionato l’industria della musica introducendo un modello di business di streaming musicale su abbonamento. Ha reso la musica facilmente accessibile agli utenti in tutto il mondo, cambiando la forma in cui le persone ascoltano e pagano per essa.
  • Tesla: Tesla ha introdotto un modello di business incentrato sui veicoli elettrici di lusso.
  • Google: Google ha trasformato il settore pubblicitario introducendo un modello di business basato su promozioni contestualizzate attraverso ricerche online.
  • Facebook: Facebook ha creato un modello di business basato sulle ads mirate attraverso la raccolta di dati sugli utenti. Questo ha rivoluzionato il settore dei social media e ha contribuito a definire il modo in cui le aziende si impegnano con il loro pubblico online.
  • Netflix: dal noleggio di DVD online alla realizzazione di un algoritmo basato sul comportamento di visualizzazione dei clienti per suggerire loro film simili a quelli che avevano già noleggiato. Quindi passaggio al digitale e grazie al forte miglioramento di internet e l’adozione di connessioni ad alta velocità, ha potuto offrire una vasta gamma di contenuti online.

Ognuno di questi esempi ha portato a un cambiamento significativo nei rispettivi settori. Ha dimostrato il potere dell’innovazione nei modelli di business nel plasmare il panorama economico. Il modello di business pertanto deve essere flessibile e adeguarsi ai tempi, alle tecnologie emergenti e ai mercati.

Questa prospettiva aperta all’evoluzione è ancora più cruciale nell’attuale ambiente aziendale, caratterizzato dalla rapida innovazione tecnologica, dalla globalizzazione e dai cambiamenti nelle preferenze dei consumatori. I modelli di business devono essere pertanto agili, flessibili e pronti a modificarsi per rimanere rilevanti e competitivi.

Questa capacità di adattamento richiede una mentalità aperta, una vera e propria cultura dell’innovazione e pertanto diventa fondamentale il ruolo del manager che dovrà innanzitutto comprendere le esigenze del cliente e poi trasmettere ai collaboratori i compiti da svolgere fornendo loro la formazione necessaria sui tipi di innovazione che verrà utilizzata.

Inoltre la creazione e l’adozione di modelli di business innovativi sono profondamente influenzate da una serie di fattori psicologici che giocano un ruolo cruciale nel processo decisionale delle aziende e degli imprenditori e su questo dovrà lavorare il management, creando un ambiente basato su:

  • Mentalità innovativa: per fare innovazione, bisogna avere una mentalità aperta al cambiamento e una cultura dell’innovazione interna all’azienda. Gli imprenditori e i manager aziendali devono essere disposti a sfidare lo status quo, a esplorare nuove idee e a prendere rischi calcolati. La propensione a pensare “fuori dagli schemi” è fondamentale per generare nuovi approcci al business.
  • Percezione del rischio: l’adozione di un nuovo modello di business comporta inevitabilmente un grado di incertezza e rischio e pertanto il manager deve avere una propensione al rischio, onde sperimentare nuovi approcci.
  • Decision making: buoni metodi di decision making possono aiutare nel ponderare più attentamente le decisioni relative alle strategie da adottare
  • Problem solving: spesso l’idea di nuove strategie nasce da problemi precedenti e da originali tentativi di soluzione e pertanto adottare un metodo di risoluzione dei problemi può agevolare molto sia nella fase iniziale di realizzazione del business model sia nel momento di insorgenza di difficoltà non previste.
  • Capacità di Adattamento: la capacità di adattamento è fondamentale quando si tratta di sviluppare e, soprattutto, di modificare in itinere modelli di business innovativi. Il Manager deve essere in grado a imparare dai propri errori, a rivedere le strategie e a modificare i prodotti/servizi quando le condizioni cambiano. La capacità di adattarsi in risposta ai feedback e alle sfide è ciò che rende i modelli di business resilienti.
  • Empatia e comprensione dei bisogni dei clienti: al centro della progettazione di modelli di business efficaci c’è l’ascolto e l’attenzione alle necessità del cliente. Il Manager deve capire profondamente i desideri, le esigenze e i comportamenti dei propri clienti. L’empatia e l’intelligenza emotiva sono elementi chiave nella costruzione di modelli di business e nell’instaurazione e mantenimento di relazioni durature con i clienti.
  • Influenza sociale e conformismo: il Manager deve valutare e vivere l’influenza sociale che può determinare le decisioni aziendali riguardo all’adozione di nuovi modelli di business. L’effetto di conformità può avere un impatto limitante sulla diffusione di nuove idee di business. Le aziende, spesso, seguono il comportamento delle altre nel settore pensando che “se le cose si sono sempre fatte così è perché va bene così”. Pertanto un manager deve pensare anche fuori dagli schemi e farsi nuove domande per trarre vantaggi dal conformismo altrui.

In sintesi, la psicologia svolge un ruolo significativo nella creazione e nell’adozione dei modelli di business innovativi. Dall’apertura mentale alla gestione del rischio, dalla comprensione dei bisogni dei clienti all’adattabilità, questi aspetti psicologici e la loro corretta gestione sono una chiave per il successo. Un buon manager deve lavorare molto su questi aspetti e trasmetterli ai propri collaboratori

Conclusioni

In conclusione, è chiaro che non esiste un modello di organizzazione del lavoro giusto o sbagliato. È però evidente che l’innovazione tecnologica e gli strumenti che si possono oggi utilizzare consentono forti risparmi, miglioramenti delle performance e della qualità di vita e pertanto non si può rinunciare a questi modelli; le organizzazioni devono porsi obiettivi chiari e condivisi con il Management con la consapevolezza dei punti di forza e debolezza dei vari modelli, senza farsi trascinare dei desiderata dei collaboratori o dalle tendenze prevalenti nei propri settori.

I modelli di business sono l’essenza stessa di come le aziende nascono e prosperano nell’era dell’innovazione e della globalizzazione. Sono il punto di partenza per la creazione di valore per i clienti e per il successo a lungo termine delle imprese. Comprendere, progettare e adottare modelli di business efficaci è una sfida che richiede creatività, flessibilità e una profonda comprensione delle dinamiche psicologiche e di mercato. L’innovazione continua nei modelli di business è la soluzione per rimanere competitivi e prosperare in un mondo in costante mutamento.

Pertanto diventa necessario essere “resilienti”, ovvero essere in grado di cambiare il proprio modello di business prima che divenga necessario farlo.

L’intelligenza artificiale rappresenta oggi un vero e proprio abilitatore del cambiamento dei modelli di business e la sfida principale sarà data dalla frequenza e velocità con cui le aziende la applicheranno per attuare l’innovazione trasformativa; le nuove tecnologie digitali consentono svariati approcci ai modelli di business sia per migliorare i processi produttivi e sia per abilitare una crescita del mercato più rapida. Le nuove tecnologie, grazie al Real Timedata e IA, con sensori, software, comunicazione, e cloud, possono dare una forte spinta per innovare e cambiare i modelli di business; l’IA consente una analisi prescrittiva e le Nuove aziende e in particolare quelle native digitali stanno introducendo nuovi modelli di business decisamente più competitivi e performanti rispetto a quelli passati.

Il management è pertanto chiamato a dare un forte contributo per sviluppare tale cultura e per fornire formazione specifica sui vari tipi di innovazione e su come gestirla, l’apprendimento assume un’importanza ancora maggiore perché le aziende devono prima sapere bene cosa devono imparare e poi devono formarsi consapevoli del fine che questa formazione ha.

La formazione ha sempre più un indirizzo preciso e il manager deve saper veicolare i propri collaboratori verso tale consapevolezza; l’innovazione è soprattutto un modo di pensare, una mentalità, oltre che una competenza.

In considerazione che nei prossimi anni saremo sempre più influenzati dalle tendenze emergenti dell’IA, oltre che robotica e gestione dati, ci troveremo a dover gestire nuovi modelli di business mai visti prima e che renderanno obsoleti alcuni attuali che pertanto avranno una durata di vita ridotta.

In questo contesto il manager deve, dapprima definire il modello di lavoro e poi sviluppare un nuovo modello di business definendo le regole e la gestione dell’innovazione e saper gestire il processo mediante il quale tale modello viene costruito.

Questo processo richiede una forte leadership e governance, per proteggere la strategia aziendale; è necessario instituire regole chiare oltre ad incentive plan per i collaboratori.

A cura di Claudio Salano, Coordinatore GdL HR - Formazione