AI – Domande e risposte facili facili
A cura di Gianpiero Cozzolino
Come si utilizza l’AI nel mondo educativo?
Il mondo dell’educazione è uno dei più impattati dall’avvento dell’IA, soprattutto quella della branca “generativa”. I docenti possono sfruttarla come supporto per la preparazione delle lezioni, per esempio generando i testi (che siano brevi, come uno script, o estesi, quindi un intero discorso o delle dispense), compiti e verifiche, immagini statiche da utilizzare come illustrazioni di supporto, video sia come supporto illustrativo che come videolezioni, persino presentazioni intere e mappe concettuali. Dall’altra parte, gli studenti la usano primariamente come supporto allo studio, per cercare risorse (sostanzialmente sostituendo il motore di ricerca a cui erano abituati fino a poco tempo fa) e per svolgere i compiti, anche in questo caso generando testi, immagini, video e presentazioni analogamente ai docenti.
Ma non esiste solo l’IA generativa: principalmente si può pensare anche alle IA che effettuano analisi, che possono essere utilizzate come ausilio per velocizzare la correzione delle verifiche e la generazione dei giudizi (nonché stimare il grado generale di insegnamento e apprendimento), oppure alle IA che possono riconoscere se qualche contenuto è stato generato con IA generativa.
Ci sono poi gli strumenti che “riconoscono” qualcosa a partire dal un’immagine (che sia già esistente o sia ciò che inquadra la fotocamera di uno smartphone in quel momento): in ambito scientifico (rocce, piante, animali, il cielo stellato, etc) o artistico (opere d’arte, musica e canzoni, paesaggi, etc), e ciò che ancora non viene riconosciuto prima poi lo sarà.
Nel particolare contesto delle materie artistiche, l’IA può essere non solo un ausilio come prima evidenziato, ma proprio l’oggetto dell’azione educativa: cioè va insegnato ad utilizzarla efficacemente in modo da rappresentare un ulteriore modalità di espressione, sia essa quella finale o come preparazione a tecniche espressive più tradizionali.
Quali sono le ultime attività che vengono supportate con l’IA?
Molto interessanti e particolarmente utili sono i servizi di trascrizione, spesso utilizzati in ambito professionale per tenere i verbali delle riunioni, che invece in ambito educativo possono essere utilizzati per le lezioni (versione tecnologicamente avanzata delle famose “sbobinature” delle lezioni universitarie); così come le traduzioni, in entrambi i “sensi”, che possono rendere accessibili le più disparate risorse a quel pubblico più vasto che non maneggia sufficientemente le lingue; infine, anche la possibilità di riassumere un documento (o anche un video) per estrapolarne gli aspetti principali può facilitare sia l’apprendimento che anche la ricerca di contenuti utili, scremandoli facilmente.
Un ambito certamente da sviluppare è quello degli strumenti che possono affiancare gli studenti che abbiano bisogno di sostegno, per esempio personalizzando il materiale didattico in funzione delle necessità di ognuno, favorendo l’inclusione e potenzialmente riducendo l’abbandono scolastico.
Cosa ne penso?
L’IA, sicuramente, serve a velocizzare una serie di compiti, sempre tenendo presenti tutti i rischi che ciò comporta; più che mai nell’ambito educativo il rischio è l’abuso, perché evidentemente l’imparare comporta impegno e tempistiche minime nel fare le cose in prima persona (non diversamente dagli allenamenti per le attività fisiche). Non va mai dimenticato che il risultato più importante dell’imparare è sviluppare un adeguato senso critico, che permetta di capire quando ci troviamo di fronte a qualcosa di dubbio, e ciò è particolarmente importante proprio con l’IA per via delle “allucinazioni”, almeno finché esse non saranno eliminate.
Ciò non riguarda solo gli studenti, anche gli insegnanti non devono abusare delle opportunità degli strumenti di IA, poiché questi sono sostanzialmente impersonali, mentre l’insegnamento, per raggiungere il massimo risultato, dovrebbe sempre essere adattato al contesto specifico degli studenti (in particolare nella valutazione dei singoli).
Peraltro, anche l’IA va imparata, nel senso che è necessario non solo imparare ad utilizzare operativamente gli strumenti, ma anche a capirne i principi di funzionamento e le limitazioni, in modo che l’utilizzo sia consapevole e di conseguenza proficuo.
Concludo evidenziando che questa immane, amorfica, massa di dati diventerà il nostro curriculum fin dai primi mesi di vita, qui ci sarà l’obbligo di addentrarci su come usare i dati, per non catalogare a scaffale l’essere umano.